Scritto nel 1936, La battaglia racconta la preparazione, l’organizzazione e l’operatività di uno sciopero di braccianti, in un paese di una vallata della California. Mac, membro di vecchia data del “Partito” accompagnato dal suo “allievo” Jim si presentano tra i lavoratori di un frutteto e li esortano a scioperare per ottenere più diritti ed una paga onesta. Gli agricoltori inizialmente sono timorosi, soprattutto per la presenza dei “rossi”, ma ben presto nonostante la loro arretratezza culturale ed ideologica, decidono di iniziare la lotta. Istituiscono un comitato, eleggono dei rappresentanti di area ed un delegato unico. Questa esperienza difficoltosa e piena di speranza, porterà i lavoratori ad acquisire una consapevolezza maggiore dei diritti da conquistare, il risultato finale incerto ed arduo consoliderà i loro rapporti. Una figura importante anche se marginale, sarà il dottore Burton che nonostante il proprio scetticismo verso ideali di sinistra, darà un contributo significativo ed incondizionato ai scioperanti. Steinbeck in questo romanzo affronta i problemi causati dalla Grande Depressione, in maniera più determinata per quanto riguarda la posizione politica. Come la maggior parte delle sue opere i dialoghi sono molto presenti, i racconti e le descrizioni ambientali fanno da cornice, cosicché da lasciare maggior spazio ai propri personaggi così vivi e reali. Da sottolineare la traduzione di Eugenio Montale che rende la Battaglia un capolavoro da pochi conosciuto ma degno di esser letto.

 

Antonio Martino