Questo romanzo è stato scritto da Simenon alla vigilia della seconda guerra mondiale. Vi si ritrovano temi che sono quanto mai attuali al giorno d’oggi, quali la diffidenza, se non l’ostilità verso lo straniero, verso chi, avendo un retaggio culturale diverso, per poter sopravvivere deve accettare di essere considerato un diverso nonostante ogni tentativo di integrazione. Nella nebbiosa atmosfera della provincia francese, magistralmente descritta da Simenon, una famiglia di origine tedesca, ancorché naturalizzata, soffre per l’emarginazione imposta di fatto dalla gente del luogo. L’ emporio dei Krull come pure la loro casa sono pressoché ignorati dalla gente del luogo. L’ arrivo tra i Krull del cugino Hans, porta non poco scompiglio in un contesto familiare freddo e cristallizzato. Hans, con il suo modo disincantato di agire, non scevro da comportamenti truffaldini, crea uno squarcio nella nebulosa atmosfera che circonda la vita dei Krull. Squarcio che si amplia a dismisura quando l’ efferato omicidio di una giovinetta viene dalla gente del luogo addebitato ad uno di loro. Secondo la folla, lettralmente inferocita, non possono che essere i Krull, gli stranieri, i responsabili del delitto. E il disinvolto, quanto disincantato cugino Hans, diverso proprio per questo dagli altri Krull, diverso come essi sono in effetti diversi dagli abitanti del paese, esce dalla loro vita per rientrarvi casualmente, ma solo per un momento, a distanza di tempo. Un romanzo molto bello ed avvincente. Simenon, come al solito, fa assaporare al lettore l’atmosfera della provincia francese, immergendolo non solo nel paesaggio, ma anche nella gente con le sue passioni, le sue vicissitudini, le sue contraddizioni.

Domenico Intini