Tori Kovac giornalista americana, negli ultimi giorni di vita del proprio padre, ripercorre momenti significativi vissuti di felicità della propria famiglia. E proprio nel capezzale paterno, tra confidenze e grazie ad una lettera, dovrà affrontare un viaggio verso il Giappone, per fare chiarezza alla vita trascorsa in gioventù dal proprio padre, quando era un soldato marinaio in stanza in una guarnigione di un paesino del Sol Levante. Tori scoprirà non solo una cultura ed un mondo così differente e radicale nelle proprie tradizioni, nonostante una forte occidentalizzazione, ma soprattutto conoscerà una vita del proprio padre a lei sconosciuta. Un amore tormentato, ostricizzato ed ostacolato per pregiudizi razziali, condurrà la giovane giornalista a intraprendere indagini difficili per giungere ad una risoluzione, alla sfrenata ricerca della verità e del riscatto morale del proprio genitore. Il significato che l’autrice ha voluto darci in quest’opera, a mio parere, sono le conseguenze tragiche che possono crearsi dai nazionalismi esagitati, non solo politici ma anche culturali e sociali. L’importanza del mantenimento delle proprie tradizioni non deve prevaricare l’accettazione del “diverso” e ostacolare l’accoglimento, pronto ad un confronto e al rispetto reciproco. Il lettore avrà l’arduo compito ad un momento di riflessione su questo aspetto, racconti romanzati ma in un contesto storico reale e veritiero, saranno una testimonianza viva di cosa può portare un forte spirito di autonomismo politico-culturale.

 

recensione di Antonio Martino

 

Editore: TRE60
Collana: Narrativa TRE60
Anno edizione: 2020
In commercio dal: 9 gennaio 2020
Pagine: 352 p., Rilegato
  • EAN: 9788867025589