Cerco sempre di restare oggettiva quando leggo un libro, di andare oltre ai filtri emozionali e cercare la qualità oggettiva di una scrittura e di un racconto. So bene che la Oates è ritenuta una grande scrittrice, tuttavia è la seconda volta che mi lascia perplessa e mi fa sentire come se avessi perso tempo: quasi mille pagine di un romanzo e un mese di lettura che non mi hanno lasciato niente. Non mi ha arricchita dal punto di vista culturale, personale, non mi ha mosso alcuna emozione. I luoghi sono descritti in modo molto generico, non si riesce a vederli. I personaggi sono turbati da profondi traumi e disordini personali che, in tutta sincerità, non mi suscitano alcun interesse o stimolo, solo noia e pena. La donna protagonista del libro si trascina caparbiamente nei suoi drammi, trovandone soluzione cambiando identità e rinnegando il passato. Ha un figlio, disturbato anche lui, che finisce per abbandonarla quando si innamora di una ragazza. Alla fine del romanzo, senza che vi fosse un climax ascendente o un percorso sentimentale, una frase buttata lì annuncia che finalmente, forse, si è innamorata dell’uomo con cui si è impegnata in una sorta di farsa di famigliola felice, solo per mantenere gli studi di musica del figlio e avere stabilità. In un libro cerco altro sinceramente, molto deludente, come le mille pagine dedicate a Marilyn Monroe, altra psicopatica.

 

 

recensione di Alessandra

 

Anno edizione: 2020
In commercio dal: 1 ottobre 2020
Pagine: 784 p., Brossura
  • EAN: 9788834604274
Libri di Joyce Carol Oates
Tra le figure più rilevanti della narrativa americana contemporanea – è stata indicata, tra l’altro, come una dei favoriti per l’assegnazione al Premio Nobel della Letteratura -, è anche una delle più prolifiche.
Nata nello stato di New York nel 1938, è da anni residente a Princeton, presso la cui università ha insegnato scrittura creativa dal 1977 al 2014. Fa parte della prestigiosa American Academy of Arts and Letters.
Nella sua opera narrativa esplora le residue potenzialità del realismo sociale e del genere «neogotico». Dal Giardino delle delizie (A garden of earthly delights, 1966), nel quale mappa di un eden sfigurato dalla violenza, a Quelli (1969), che proietta vite ed esperienze femminili sul fondale apocalittico della Detroit dei conflitti razziali, a Bellefleur (1980), saga di una famiglia potente e maledetta, la Oates ha delineato i temi di una produzione vasta ed eclettica, che sperimenta generi e stili e mette impietosamente in luce, tra l’altro, l’ipocrisia e la violenza della vita borghese, l’oppressione delle famiglie, la grettezza delle piccole comunità, l’oppressione e la mercificazione delle donne.
Tra le sue opere, i romanzi Marya (Marya: a life, 1986), Acqua nera (Black water, 1992), Zombie (1995), Una famiglia americana (We were the Mulwaneys, 1996), racconti (Storie americane, Where are you going, where have you been? Selected stories, 1993, dal quale è stato tratto il film, La prima volta, nel 1985, ) e saggi (Sulla boxe, On boxing, 1987). Con lo pseudonimo di Rosamond Smith si è dedicata alla suspense pubblicando Nemesi (“Nemesis”, 1990) e Occhi di serpente (“Snake eyes”, 1992). Non ha tralasciato nemmeno gli eventi biografici: La figlia dello straniero, suo romanzo del 2007, prende spunto dalle vicende del nonno, mentre dopo la morte del marito ha scritto il memoir Storia di una vedova (Bompiani 2013).
Nei romanzi più recenti ha soprattutto indagato l’evoluzione delle dinamiche familiari che portano a inattese esplosioni di violenza (La ballata di John Reddy Heart, “Broke heart blues”, 1999; Blonde, 2000, su Marilyn Monroe; Un giorno ti porterò laggiù, “I’ll take you there”, 2002; La madre che mi manca, “Missing mom”, 2005; La figlia dello straniero, “The gravedigger’s daughter”, 2007).
Per gli adolescenti ha scritto Bruttona & la lingua lunga (Big mouth and ugly girl, 2002) e Occhi di tempesta (Freaky green eyes, 2003), spietati e taglienti.
In Italia i suoi libri sono pubblicati da Bompiani, Mondadori e il Saggiatore, alcuni dei quali sono: Sorella, mio unico amore (Mondadori 2009), Una brava ragazza (Bompiani, 2010), Uccellino del paradiso (Mondadori, 2011), Doppio nodo (Bompiani, 2011), La ragazza tatuata (Mondadori, 2012), Storia di una vedova (Bompiani, 2012), Acqua nera (Il Saggiatore, 2012), Mudwoman (Mondadori, 2013), Scomparsa (2016) e la quadrilogia dell’Epopea americana. Pubblicata da Il Saggiatore nel 2017 si compone di: Il giardino delle delizieI ricchiLoroIl paese delle meraviglie; in essa la scrittrice ripercorre la storia recente degli USA e opera una definitiva trasfigurazione del sogno americano in un’incubo senza fine.
Nel 2021 esce per il Saggiatore Nuovo cielo, nuova terra.
Ha vinto, tra gli altri, il National Book Award, il Pen Faulkner Award e il Prix Femina Étranger.