Irene Némirovsky racconta di lui per come lo vede: un accento dove si mescolano lo scherzo, la malinconia e una tranquilla delusione. “Si sottraeva agli altri senza collera, senza insolenza ,ma con dolcezza e fermezza e, già da allora, quello che succedeva nelle profondità della sua anima nessuno lo sapeva mai completamente.” Quello che ci propone è un viaggio nella letteratura russa attraverso il racconto della sua tormentata esistenza, è una sorta di atto di amore dell’autrice nei confronti di un grande narratore, morto un anno prima della nascita della Némirovsky. “Le sue lettere e la sua vita elevano davanti a noi l’immagine ammirevole di un uomo che, nato giusto, delicato e buono, si sforzò senza sosta di diventare migliore, più tenero, ancora più caritatevole, più affettuoso, più paziente, più sottile.” Una biografia malinconica di un’infanzia “senza infanzia”, della sua formazione che poi diventa lentamente consapevolezza, del rapporto con Tolstoj e della loro visione del mondo profondamente diversa. Una malinconia che torna spesso anche nelle opere di questa autrice. Una biografia che si legge come un romanzo, che lascia incantati. Buona lettura!

recensione di Maria Valentina Luccioli

 

Traduttore: Monica Capuani
Editore: Elliot
Collana: Manubri
Anno edizione: 2015
In commercio dal: 18 giugno 2015
Pagine: 192 p., Brossura
  • EAN: 9788861929128