“Noi investiamo sicuramente troppo nel prepararci a vivere domani anziché vivere oggi. Invece di cominciar subito a sentirci soddisfatti d’una condizione modesta, ci allarghiamo sempre di più e finiamo col rendercela sempre più scomoda.”

Avevo “Le affinità elettive” nella mia libreria da parecchio tempo e ho scelto di inserirlo nel mio #gdlamoiclassici2022. Ero molto incuriosita dalla trama e dalle recensioni che avevo letto qua e là: Goethe con quest’opera si sofferma sul conflitto tra natura e istituzioni, tra scelte e fato, tra la morale comune e la forza irresistibile ma distruttiva della passione. Ha l’obiettivo di svelare la tragedia dell’utopia romantica, esaltando la dignità della rinuncia e la nobiltà del sacrificio, senza dimenticare però l’ineluttabilità dell’amore. E lo fa a partire dalla relazione incrociata e tormentata tra due coppie. Insomma, di carne al fuoco ce n’era parecchia e avevo dunque grandi aspettative. Purtroppo però la lettura non è riuscita a coinvolgermi, nonostante l’innegabile qualità dello stile. Il romanzo mi ha letteralmente tenuta lontana da lui. Non sono riuscita a immedesimarmi nei personaggi di cui molto spesso non ho capito fino in fondo personalità e scelte. Ho trovato la trama in certe parti molto sbrigativa, allusiva, sfuggente. Nessun passaggio, frase o fatto è stato occasione per riflettere sulle tematiche che mi erano state prospettate prima della lettura.

 

Alessandra Micelli