Un uomo cammina solo per le vie della città di San Pietroburgo, vuota perché gli abitanti stanno andando nelle vicine residenze di campagna, le “dačie”, per le vacanze. La situazione non lo impensierisce, è abituato alla solitudine e non gli riesce mai e poi mai di fare amicizia. L’uomo, la voce narrante, si presenta in prima persona senza dire il proprio nome e si definisce “un tizio, un sognatore”. Ha deciso da tempo di stare solo, non conosce neanche l’amore e se qualche volta ci ha provato, gli è andata buca. Non è abituato ad avere relazioni di nessun tipo neanche sul lavoro, né le cerca ma senza essere disperato. Ma una sera mentre torna dalla solita passeggiata solitaria lungo il fiume Neva incontra una ragazza che piange tutta sola e gli viene spontaneo avvicinarsi a lei ed offrire aiuto. La ragazza all’inizio è titubante ma poi pian piano si scioglie nel discorso. Si chiama Nasten’ka e dice di essere orfana di genitori e di vivere con la nonna cieca. Racconta d’aver avuto un fidanzato povero studente che , le aveva promesso di tornare a sposarla in capo ad un anno: in quei giorni scadeva la data. Si rivedono per 4 diverse notti. Nasten’ka, delusa di tutto, confessa di essersi innamorando di lui che è buono e comprensivo, il quale, oltremodo felice, si offre di sposarla! Stabiliscono la data ma nel mezzo della felicità qualcosa succede….. , un passante solitario li sfiora. È un lungo racconto ‘sentimentale’ che si basa su due personaggi descritti con grande attenzione nei sentimenti, le delusioni, le gioie, le tristezze, le fantasie nella cornice della città di San Pietroburgo come sempre brumosa insieme al fiume Neva che scorre silenzioso nelle tipiche e molto strane “notti bianche”. Molto bello, un Dostoevskij diverso, insolito da leggere velocemente!
recensione di Maria Vozza