È una raccolta di venti novelle che hanno come protagonista principale Marcovaldo, operaio generico con moglie e 7 figli. È un uomo semplice, ingenuo, fantozziano, che rende le storie tragicomiche ed ironiche. I racconti sono intervallati in modo sequenziale dalla successione delle quattro stagioni. L’autore scrive questa raccolta negli anni sessanta nel pieno periodo del boom economico ed industriale per l’Italia, dove le città subiscono una forte trasformazione a causa del consumismo sfrenato. I campi, il “verde” delle zone periferiche vengono sostituiti da nuovi palazzi e fabbriche. Anche l’uomo muta simbioticamente con l’ambiente circostante e il nostro Marcovaldo cercherà strenuamente di essere l’ultimo baluardo a contrapporsi a questo cambiamento sociale. Lo scrittore con questo libro in modo ironico e sarcastico vuole fare una chiara denuncia alla nuova società che sta nascendo, in un periodo dove l’arte aveva un’attenta sensibilizzazione per il tema ambientale, la canzone Il ragazzo della via Gluck di A. Celentano ne è un fulgido esempio. Questo libro fu il primo che lessi consapevolmente in età adolescenziale e scolastica, fu amore a prima vista con Italo Calvino e rileggendolo ora dopo tanti anni ne comprendo appieno il suo valore anche nella sua semplicità.

Antonio Martino