L’autore di questo libro è il protagonista principale del romanzo. Daniele, un ragazzo ventenne durante l’estate del 1994 perde il controllo di sé stesso e si rende responsabile di un atto di violenza verso la propria famiglia. Condotto immediatamente in ospedale, viene ricoverato in tso in un reparto psichiatrico. Trascorrerà la propria degenza in una stanza con altri pazienti con ognuno dei problemi psichici: c’è “Madonnina” che ripete continuamente la stessa litania, un catatonico che fissa un muro, un uomo che vede un uccellino su un albero che non c’è, un omosessuale con un ritardo mentale. Questo micro mondo diventerà un tutt’uno, tra i protagonisti ci sarà una forte empatia, persone che comprendono cosa sia la vera sofferenza, che non riescono ad accettare il male che li circonda e che impera nella società. Una partita dei mondiali di calcio dell’Italia ed una pizza cementerà la loro unione, per una sera si sentiranno come persone senza alcun problema. L’autore con una scrittura scorrevole, ironica, contornata dai discorsi in simpatico dialetto romanesco, affronta un tema delicato: i problemi psichiatrici. Dopo la legge Basaglia con la chiusura dei manicomi, in un mondo dove vige l’apparenza, la competitività sfrenata, la difficoltà di non farcela, di dover avere per forza di cosa un ruolo predominante nella società, problemi psichici sono in forte aumento e di difficile gestione. La normalità, la tristezza, non vengono considerati come facenti parte della vita umana. Lo status symbol è il successo su tutto, l’apparente ed illusoria continua felicità, l’edonismo; chi non ha questi canoni e non accetta e si sente sconfitto rimane solo, indietro. Questa è una mia personale chiave di lettura, che ho maturato leggendo questo romanzo. Tutto chiede salvezza è anche una serie tv di successo che mi appresterò al più presto a vedere.
Ed. Mondadori
Antonio Martino