Antonio Dorigo è un borghese della Milano degli anni ’60. E’ un architetto che guadagna molto bene, ma con le donne è molto timido e non è mai riuscito a creare con nessuna una relazione stabile. Antonio è un uomo di mezza età e frequenta le squillo. Un giorno, nella casa d’appuntamenti gestita dalla signora Ermelina, incontra Laide, una ragazza non bellissima, ma di cui si invaghisce subito. Pian piano Antonio si insinua nella vita di Laide, fino ad arrivare a mantenerla pur di non perderla. Ma Laide è misteriosa, non è né affettuosa e né dimessa e questo ingelosisce terribilmente l’uomo, oltre al fatto che lei, in pubblico, lo spacci per uno zio. Antonio è sopraffatto da questa relazione, capisce che si sta facendo del male, che lei lo prende in giro, lo inganna e approfitta dei suoi sentimenti e della sua generosità…ma non riesce a staccarsi dalla ragazza. Ma ovviamente, la sopportazione ha un limite e si arriva alla rottura. Antonio soffre, resiste qualche mese, ma poi richiama la sua Laide. La conclusione è alquanto enigmatica. Cosa è successo tra i due? Penso che l’autore abbia lasciato la scelta al lettore. Un libro molto interessante che affronta il tema della solitudine e della difficoltà dei rapporti tra uomo e donna, tra prostitute e membri della borghesia. Si scontrano i sentimenti con i valori morali di una società perbenista ed, ovviamente, sono il perbenismo e l’ipocrisia a prevalere. A tal proposito è molto bello il dialogo che si svolge tra Dorigo e la prostituta amica di Laide dopo la rottura fra i due. Per concludere, è una storia intrigante, che cattura il lettore curioso, ma che poi lo lascia un po’ spaesato e con mille dubbi.

recensione di Anto Spanò