Non c’è niente di più incisivo del “passaparola” tra lettori! Per fortuna a casa qualcuno stava leggendo questo libro, del quale in primis mi ha incuriosito la copertina: un quadro che sembra rispecchiare perfettamente il titolo dell’opera. Più volte vi ho parlato di quanto l’arte sia importante per me e di quanto anche la copertina di un libro ha un forte potere d’attrazione. Potevo non leggerlo? “-Vedi, Claudio, ti ricordi di quando vi parlavo della casualità e della causalità? -Sì, sì, questo lo ricordo. Basta spostare la posizione della U… e tutto cambia. -Esattamente. La nuvola è il caso, o, se preferisci, il caos (è l’anagramma di caso, anche qua basta invertire la lettera), l’orologio è la causa, il tic-tac che si ripete in modo prevedibile e ordinato: causa, effetto, causa, effetto… La legge della causalità, sì… Hume, Kant.” Claudio e Melania sono due hacker ingaggiati per entrare in una piattaforma cloud di dati. Separatamente, senza sapere nulla l’uno dell’altro iniziano a lavorare per poter accedere al cluod, incontrando enormi difficoltà. Claudio ne parla con il suo mentore, il professor De Grecis, l’anziano docente di filosofia del liceo, con il quale ha mantenuto un solido legame. Il professore è completamente inesperto nel campo dell’informatica, ma è competente per ciò che concerne la filosofia, l’arte e la letteratura. Intuisce subito che l’immagine che Claudio ha trovato è la riproduzione di un famoso quadro di Escher e che probabilmente la password che cerca è da ricavare dal pensiero platonico. Comprendono subito che chi ha creato questo programma non è solo un abile informatico, ma anche un esperto di filosofia e non solo. Collaborano insieme per poter risolvere gli ‘enigmi’ che pian piano si presentano sul loro percorso. Anche Melania si affanna per proseguire il proprio cammino che è iniziato con un quadro di Magritte. Fino a quando i tre non s’incontrano nello spazio virtuale e, dopo alcune diffidenze, decidono di collaborare. È il professore che appiana i sospetti “Signorina, se mi permette di contraddirla, lei forse non ha esperienza di filosofia… nel nostro ambiente, vede, “dare niente per niente”, come dice lei, è piuttosto comune. Purtroppo, o per fortuna, giudichi un po’ come le pare.” Affrontano, per cercare una soluzione, “un percorso accidentato costellato di riferimenti culturali, pieno zeppo di allusioni alla storia dell’arte, alla filosofia, cose che tutti quelli del suo ambiente ritenevano inutili e antiquate, e invece… E invece, si stava lambiccando il cervello cercando le risposte alle sue domande, un indizio che la portasse alla soluzione, ma quale pista doveva seguire?” Riusciranno i tre a raggiungere lo scopo della loro ricerca? Lo potrete sapere solo leggendo questo bellissimo romanzo. Vi aggiungo solo che ho amato molto il professor De Grecis, un personaggio positivo che vorrei tanto aver incontrato nella vita… “un sentimento misto di spavento e inquietudine, unito ad una fortissima voglia di esplorare l’ignoto. “Fatti non foste a viver come bruti”… Ulisse, il desiderio d’infinito e d’avventura, oltrepassare le colonne d’Ercole… era questo, la volontà di scoprire cosa c’era in quello strano gioco che aveva iniziato per aiutare il suo ex-alunno, e ora gli stava prendendo la mano, i sensi e tutto quanto, forse anche la vita.” Con una scrittura scorrevole ed incalzante l’autrice racconta una storia avvincente e affascinante, che ipnotizza il lettore, il quale non riesce ad abbandonare le pagine del libro. Un romanzo appassionante, intriso di filosofia, arte e letteratura, concetti e temi che avrebbero potuto gravare la narrazione, che, invece, è sempre agile e vivace ed estremamente enigmatica. Stupisce come questo romanzo dia l’opportunità di scelta di più possibili livelli di lettura, frutto di una grande abilità narrativa e soprattutto una profonda cultura dell’autrice, sta al lettore decidere quale prediligere. Un romanzo che consiglio a tutti, uno di quei libri che quando si arriva all’ultima pagina siamo dispiaciuti che sia terminato. Vi lascio con una delle mie frasi preferite: “Sa, alle volte si dice che la vita è finzione, mentre ciò che sembra finzione corrisponde a verità. E’ un po’ come il rapporto tra ciò che è reale e ciò che è virtuale, dove sta la vita autentica?”
La bibliatra