In questo secondo libro di Kawaguchi si ritorna nelle atmosfere del caffè giapponese, nel quale è possibile fare viaggi nel tempo. Lo schema è lo stesso usato dall’autore in Finché il caffè è caldo, cioè 4 racconti, con altrettanti viaggi nel tempo, che servono a ricucire un rapporto, a chiarire qualcosa di non detto, a riprendere le fila di un rapporto interrotto bruscamente. I viaggiatori nel tempo non sono ovviamente gli stessi, ma ritroviamo personaggi conosciuti, come Kazu e Nagare e, ovviamente la donna fantasma che occupa sempre la stessa sedia e di cui, questa volta, conosceremo qualcosa in più. Una lettura consigliata a chi ha amato il primo volume, a chi ha voglia di tornare ad immergersi nelle stranezze del piccolo caffè e, soprattutto, di mettere un punto fermo su quelle cose che erano rimaste in sospeso.
recensione di Antonella Spanò