Se dovessi definire questo libro con una sola parola, lo definirei con “sorprendente”. All’inizio pensi sia un libro che parla di una donna sopravvissuta all’esplosione di Hiroshima ma procedendo con la lettura ti rendi conto che non è solo quello ma è anche altro. Poi cambi capitolo e c’è ancora altro e poi ancora fino alla fine. E tutto si collega fino ad un epilogo assolutamente catartico. E’ un romanzo che parla di amore per la vita e della paura della morte. Della solitudine che ci accompagna sempre. Del livello di abiezione cui può arrivare l’uomo verso i suoi simili e verso il pianeta. Ma non solo. Alcune descrizioni hanno raggiunto un livello di crudezza e brutalità tale che mi hanno colpito come un pugno nello stomaco e queste sono state le parti che ho apprezzato meno, anche se forse erano quasi necessarie per spezzare quel legame empatico troppo doloroso che si veniva a creare durante la lettura.

Simona Fedeli