Arturo Bandini è un aspirante scrittore che si trasferisce a Los Angeles con l’intenzione e l’obiettivo principale di affermarsi e cercare l’agognato successo. Vive in una pensione squallida, sempre ai margini della miseria e dell’incertezza economica. Ad ogni suo articolo che riesce a farsi pubblicare, quei pochi soldi che guadagna li spende e scialacqua in alcool e droghe. Per lui quegli striminziti ricavi sono un enorme tesoro e rappresentano l’effimera illusione di un inizio di percorso verso il grande successo. Tra amori inconcludenti, platonici e violenti, incontri fugaci, la sua vita trascorre nell’incertezza e senza un futuro definito. Il protagonista letterario è narcisista, cinico, sognatore e inconcludente; apparentemente Arturo Bandini è un interprete dove il lettore può serbare astio e rancore ma sempre comunque empaticamente presente. John Fante si afferma come grande scrittore rievocando la Beat Generation che nascerà un decennio dopo. Il suo stile sarcastico, irriverente, cinico e anticonformista ricordano scrittori che si affermeranno successivamente come Bukowski e Kerouac. John Fante è uno scrittore che personalmente mi ha conquistato con uno dei suoi primi romanzi che lessi “La confraternita dell’uva” e sicuramente continuerò a leggere altre sue opere.

Edizione Einaudi

Antonio Martino