Sergio Lenci architetto e progettista per la costruzione e la restaurazione dei luoghi di detenzione, è il protagonista e biografo personale dell’attentato terroristico che ha subito. Il 2 maggio 1980 una banda armata Prima Linea, formazione eversiva nata a metà degli anni 70, irrompe nello studio dove lavora, per eseguire la sua condanna a morte, con un colpo di pistola in testa. Miracolosamente si salva e si troverà in un letto d’ospedale a combattere tra la vita e la morte. Ristabilitosi parzialmente, per la salvaguardia della sua incolumità e per intraprendere la sua riabilitazione, decide di raggiungere il figlio negli Stati Uniti. Un luminare si occuperà personalmente delle sue condizioni, sopravvivere con un colpo in testa non è un fatto comune e ben presto si renderà conto d’essere un “fenomeno da baraccone”, sballottato da un ospedale ed un università, esclusivamente come oggetto scientifico di curiosità. Anche per la nostalgia del suo Paese, decide di tornare in Italia per il recupero psicologico e morale e per dare risposta alle sue domande sul perché di quell’attentato. Incomincia a studiare e a documentarsi sulla nascita e formazione dei gruppi terroristici e intraprende un difficile e tormentato rapporto epistolare con i suoi carnefici, dove spesso trova solo omertà e reticenza. Sergio Lenci architetto e progettista per la costruzione delle carceri era stato scelto come obiettivo “mortale”, perché rappresentava ed era il simbolo dello Stato che difendeva la democrazia con l’arresto e la detenzione “dura” dei terroristi. Per la programmazione e l’esecuzione materiale del suo attentato, furono impiegati 40 componenti, per lui che si riteneva un comune cittadino era un quesito inspiegabile. Nei processi che si susseguirono, ben presto si rese conto di trovarsi da solo, nelle parti civili, il comune di Roma e lo Stato non ne fecero parte. Molti componenti di gruppi terroristici “nera”o “rossa” negli anni non hanno mai chiarito molte situazioni, grazie ad appoggi politici bipartisan, una patina oscura ha sempre aleggiato sulla Verità. Esecutori teorici e materiali delle bande armate, grazie ad esili in paesi favorevoli, hanno scritto best seller, sono stati protagonisti dei salotti televisivi per raccontarci un frammento della loro verità. Sergio Lenci vittima e superstite del terrorismo ha voluto raccontare la sua verità, ci ha voluto donare la sua testimonianza per cercare di fare luce ad un periodo buio per il nostro Paese. Dal libro è stato tratto anche un film dal titolo La seconda volta.

 

recensione di Antonio Martino

 

Editore: Il Mulino
Collana: Storie italiane
Anno edizione: 2009
In commercio dal: 21 gennaio 2010
Pagine: 167 p., Brossura
  • EAN: 9788815134400