Asier e Joseba sono due giovani baschi che decidono di entrare a far parte dell’Eta. Vengono così mandati in una fattoria dei paesi baschi francesi per intraprendere un periodo di addestramento. I due inesperti guerriglieri sono opposti caratterialmente tra loro. Asier è puntiglioso e disciplinato, Joseba timido e titubante. Le loro giornate trascorrono tra prove con l’uso delle armi a momenti di noia, hanno così il tempo di fantasticare un paese basco autonomo e libero. Proprio quando si sentono pronti spiritualmente e capaci di affrontare un’azione di sabotaggio, la composizione dirigenziale dell’Eta proclama un annuncio epocale: lo scioglimento dell’organizzazione e l’abbandono definitivo alla lotta armata. I due ragazzi si sentono così spaesati, combattuti dalla veridicità della notizia, titubanti se lasciare o meno l’ azione guerrigliera. Mentre con Patria, Aramburu tratta con più drammaticità e maturità il tema del terrorismo dell’ Eta, in questo romanzo si approccia al medesimo argomento con un intelligenza ironica e sarcastica, districandosi tra ideali disincantati e la goffaggine e l’immaturità delle loro azioni dei suoi due personaggi letterari. Aramburu è tra i romanzieri contemporanei che apprezzo maggiormente e anche quest’opera ne ha confermato il mio gradimento.

Ed. Guanda

Antonio Martino