Firmino è il romanzo d’esordio di Sam Savage ed è la storia di un topolino nato a Boston negli anni Sessanta all’interno di una libreria, anzi, per essere precisi proprio all’interno di un libro. “Io sono stato sgravato, deposto e allattato sulla carcassa defoliata del capolavoro più non-letto del mondo” (Finnegans Wake di Joyce). Inizialmente Firmino pensò che l’aver divorato pagine di libri, durante la prima fase della sua vita per sopperire alla mancanza di cibo, fosse il motivo per cui ora si ritrovava ad essere un’amante della lettura. Poi il libro di Jerry Magoon “Nidiata”, sembrò dare una spiegazione più plausibile al senso della sua esistenza come topo intelligente, totalmente diverso dai suoi pari e, soprattutto, in grado di leggere: molto probabilmente era un alieno. Ma si sa, il confine che separa la realtà dall’immaginazione, per una mente vivace, è piuttosto sottile, tanto da far perdere a Firmino la capacità di giudizio che lo porterà a trovarsi coinvolto, inevitabilmente, in diversi pericoli “Tutta la vita ho portato sulle spalle il fardello di un’immaginazione mostruosa, che mi ha quasi paralizzato”. L’animo romantico, un’idea di umanità caritatevole, le donne che lui chiama Bellezze (in particolare Ginger Rogers), l’ammirazione per Fred Astaire… Nessuna brutalità umana potrà distruggere ciò che la fantasia costruisce. La lettura e la fantasia sono pilastri e ponti per superare anche le angosce più profonde. “[…] per quanto piccolo e insignificante tu possa essere, nulla vieta che la tua follia sia tra le più grandi. “. C’è tanta letteratura in questo piccolo testo: Faulkner e Flaubert, Oliver Twist e Jane Eyre, la Bibbia, Kant, Hegel, Jane Austen, Balzac, Stendhal, Tolstoj, Dostoevskij, Hanry James, Thomas Hardy… Buona lettura!
Erika Maccan