Ken Follett è uno certezza, soprattutto i romanzi che narrano il medioevo, il periodo storico che amo di più. Questa volta siamo agli inizi del medioevo, quando dopo la caduta dell’impero romano i vichinghi iniziarono a saccheggiare e razziale le città anglosassoni. E la chiesa inizia a muovere i primi passi, imponendo il proprio dominio sulla società. L’ambientazione è in Inghilterra dove il protagonista Edgar, costruttore di barche sta per fuggire con la sua amata. Ma i vichinghi arrivano prima di lui, e dopo aver combattuto e ucciso uno di loro, la donna non sopravvive. Dopodiché torna indietro al villaggio per suonare l’unica campana della piccola chiesa e dare l’allarme. Ciò serve a ben poco perché la cittadina viene distrutta e deve ritornare indietro dalla sua famiglia, dopo aver perso ance suo padre e ricominciare una nuova vita da un’altra parte. Dato che siamo agli inizi di questo periodo storico, gli edifici non sono quelli delle grandi cattedrali in pietra con volte e navate maestose; le case sono fatte di legno e paglia, la pietra fa la sua apparizione dopo l’anno 1000. Il romanzo è una narrazione scorrevole, uno spaccato di quel periodo in cui sembra proprio essere l’inizio della civiltà, perché dopo l’impero romano, i popoli è come se iniziassero a comparire in quegli anni. Un inizio in cui la religione cristiana viene molto oscurata dalla bramosia e la lussuria della chiesa. Non c’è più la cultura e l’apertura degli antichi popoli pagani; con l’avvento della religione monoteista, l’uomo ha interrotto la sua capacità di evolversi. Intrighi, lotte di potere, malvagità, analfabetismo, ma anche amore e resilienza sono le caratteristiche di questo nuovo straordinario romanzo di Ken Follett. Chi si aspetta le vicende dei protagonisti de I pilastri della Terra, si troverà deluso, anche se il protagonista è sempre un costruttore. Punteggio pieno per questa nuova avventura di uno, tra i più grandi autori di romanzi di ambientazione storica.

Elena Antonini