Negli anni ’30 durante la grande depressione, viene affidato a John Steinbeck, già scrittore noto, di scrivere alcuni articoli sui migranti. Lo scrittore si arma di taccuino e furgone e si mette in viaggio per documentare personalmente le condizioni precarie dei nomadi in California, Il libro raccoglie sette articoli,  quello che troverà è veramente allo stremo. Steinbeck parla di almeno 150.000 migranti senzatetto che percorrono la California, spostandosi di volta in volta dove pensano di trovare lavoro. I nomadi vivono in baracche di lamiera e cartone, i loro figli si ammalano e muoiono per denutrizione o perché bevono l’acqua infetta di fiumi e canali. Se per qualsiasi ragione si trovano costretti a vendere la macchina, moriranno perché non potranno più andare dove il raccolto chiama. John Steinbeck gira parecchio, intervista donne, vede le loro condizioni di sfruttamento, dopo tanta misera ne rimarrà molto colpito e si preparerà così per il suo famoso romanzo Furore. un saggio breve ma molto toccante e spesso attuale.