“Ognuno aveva fatto la propria scelta di vita, ma ciò che li accomunava era il fatto che nessuno sembrava essere felice”. Il libro di L. Colzi ci porta in una Firenze senza tempo, dove nonna Elvira, seduta nel cortile delle case popolari di Sant’Ambrogio, osserva tutto ciò che accade. L’autrice ci fa tornare indietro nel tempo, a quando i cortili erano un’occasione per conoscersi, dialogare e per passare qualche ora in allegria. Al lettore sembra di assistere ad una scena teatrale, sul palcoscenico regna sovrana nonna Elvira che elargisce consigli( non richiesti) e sentenze su tutti gli inquilini delle case popolari. Ci racconta del pittore Raffaello, di Gemma la sarta, Alvaro l’avaro e di sua figlia Angela, della moglie tradita Marta e di altri personaggi che di tanto in tanto compaiono nel cortile. L’autrice fa un chiaro riferimento a:”Sei personaggi in cerca d’autore” di Pirandello, trattando in modo dettagliato temi molto delicati come il rifiuto, il tormentato rapporto madre/figlia e lo fa servendosi dell’occhio clinico di nonna Elvira. Il messaggio che si deduce leggendo le parole molto evocative dell’autrice è che l’apparenza inganna, ci porta a giudicare senza conoscere veramente chi abbiamo davanti, che è più semplice condannare l’atteggiamento di un ‘personaggio’, senza sapere il dramma che sta vivendo, perché nel palcoscenico della vita, siamo tutti attori in cerca di un autore che ci comprenda.

 

recensione di Ilaria Cecchi

 

Editore: PSEditore
Anno edizione: 2021
In commercio dal: 1 marzo 2021
Pagine: 153 p., Brossura
  • EAN: 9788855464185