“Perché non c’è niente da fare. Loro due sono e saranno sempre, l’uno per l’altra, quelli che seppelliscono il cadavere insieme.” Non mi delude Alice Basso con il secondo romanzo che leggo di lei. “Il grido della rosa” è il secondo capitolo della saga di Anita Bo, una giovane dattilografa che si ritrova a indagare insieme al suo capo su casi irrisolti in epoca fascista. Siamo nel 1935 a Torino e una giovane madre sordomuta viene trovata morta. Sembra che la sua morte sia dovuta a una caduta, ma troppi dettagli non convincono Anita e Sebastiano, che si ritrovano ancora una volta a cercare la verità e provare a fare un po’ di giustizia in un periodo in cui di giusto c’è poco. La solita ironia e leggerezza rendono questo giallo storico divertente. Eppure l’autrice dimostra di saper arrivare al cuore dei lettori con storie che hanno significati importanti di giustizia, verità e libertà. La conoscenza profonda poi del contesto storico rende il tutto ancora più interessante. È bellissimo anche ascoltare gli audiolibri di questi romanzi letti dalla stessa autrice piemontese, che sa rendere la storia ancora più reale e spassosa. Non perdetevi i libri di Alice Basso: ne vale davvero la pena. Io continuerò a leggere questa saga (per il momento arrivata al terzo romanzo che si intitola “Una stella senza luce”) e leggerò anche l’altra saga, di Vani Sarca.
Alessandra Micelli