“Un uomo che non frequenta donne è un uomo senza. Non è un uomo e basta, nient’altro da aggiungere. È un uomo senza. Può dimenticarselo, ma quando si ritrova davanti, lo sa di nuovo.” Amo la scrittura di Erri De Luca: ha uno stile unico, inconfondibile, prezioso. In questo romanzo non è stato da meno. Come al solito breve, come al solito ambientato in montagna. In realtà, in questo caso, non ho amato la trama, che mi ha poco coinvolta. Protagonisti sono un camoscio e un cacciatore: due esseri solitari, nemici, che si incontrano e si capiscono solo nell’istante fatale della morte. Questo libro mi ha in qualche modo ricordato “Il vecchio che leggeva romanzi d’amore” di Sepulveda. Forse è stata la figura emarginata del cacciatore, il tema della natura, la relazione uomo-animale ostile ma fatidica, che porta all’inevitabile scontro ma anche al rispetto uno dell’altro. Ci sono secondo me elementi comuni tra i due romanzi.

Alessandra Micelli