Cipriano Algar è un abile vasaio lavora instancabilmente nella sua fornace per fornire stoviglie e suppellettili il grande centro commerciale, cuore e fulcro principale del fabbisogno cittadino. Vive insieme a sua figlia Marta e al suo genero Marcal, guardiano del supermercato dove è fornitore suo suocero. Un giorno Cipriano riceve una notizia per lui drammatica: il centro commerciale non ha più bisogno della sua opera artigianale, la clientela ha altre esigenze. Il vasaio sarà costretto a cambiare strategia seguendo le spietate regole del mercato, condizionando così la propria vita e quella dei suoi cari. Saramago tramite questo romanzo rivisita il mito de La caverna di Platone, il centro commerciale simboleggia il consumismo sfrenato a discapito della volontà e dell’essenza dell’uomo. Lo scrittore portoghese evidenzia le conseguenze della globalizzazione, sottolinea lo schiavismo dell’uomo verso l’economia e gli interessi politici e non viceversa. Chi conosce Saramago sarà già preparato ad una lettura dove vige un’anarchia della punteggiatura, ad un lessico ricercato ma non costruito, privo di fronzoli letterari, ad una trama non lineare ma tortuosa. Leggere un romanzo di Saramago non si resta ammaliati dalla storia che ci viene narrata, a volte ci si perde nei suoi meandri, ma i concetti filosofici e i momenti di riflessione che ci vengono donati dal romanziere lusitano sono imperdibili.

Antonio Martino