La storia ha inizio nel 1945, alla vigilia della Liberazione. Anzi, in parte l’Italia è già stata liberata dall’occupazione tedesca e gli americani stanno risalendo verso la Pianura Padana. In quei giorni, in un piccolo paesino della campagna lombarda dove molte persone si sono rifugiate per sfuggire ai bombardamenti, si stabilisce un gruppo di militari cosacchi. Tra essi c’è Pjotr, che conosce abbastanza bene l’italiano ed è in grado di comunicare facilmente con la popolazione del luogo. Pjotr fa amicizia con Guido, allora adolescente alle prese con le difficoltà dello studio. Anche la madre di Guido, dopo aver superato una certa diffidenza nei confronti dell’uomo, accetta che egli frequenti la sua casa. Intanto gli americani si stanno avvicinando da sud e i partigiani continuano i loro sabotaggi nelle montagne. E giunge così il momento per i cosacchi di abbandonare il territorio lombardo, tentando una fuga verso la Svizzera. I partigiani hanno mediato e l’attraversamento del confine sembra già cosa fatta, ma, all’ultimo momento, i cosacchi rifiutano di risalire disarmati verso la Svizzera. Vengono pertanto abbandonati al loro destino. Sono passati 30 anni, Guido è ormai un uomo e un articolo, letto su un quotidiano locale, riaccende la sua curiosità sulla sorte di Pjotr. E’ vero, nel ’45 si era sparsa la voce che i cosacchi fossero rimasti vittime di un agguato e lo stesso Guido ha rivisto su altri i pellicciotti dei cosacchi con fori di proiettili e tracce di sangue rappreso, ma in fondo ha sempre sperato che il suo amico fraterno potesse essersi in qualche modo salvato. L’articolo parla di una donna che ha avuto una storia con uno di essi. Potrebbe trattarsi di Pjotr? Guido si attiva per verificare l’esattezza o l’infondatezza della sua tesi…. Secondo me si tratta di una bella storia che riesce a mescolare passato e presente, fatti storici e personaggi nati dalla fantasia dell’autore. E’ una storia realistica e ben scritta che cattura l’attenzione del lettore. A parte il finale aperto, che in genere non mi piace, ma in questo caso, devo ammettere, che è perfetto, l’unica cosa che mi ha un po’ infastidita, perchè la giudico scontata, è il rapporto che Guido instaura con la sconosciuta.

Anto Spanò