Questo breve romanzo insieme a 1984, è Il testo più iconico e rappresentativo di George Orwell. È un’opera satirica, allegorica che prendendo spunto dagli eventi e soprattutto dai personaggi storici protagonisti della rivoluzione russa, paragona questi a degli animali di una fattoria che decidono di insorgere contro il proprio fattore. Gli animali dispongono di governare la comunità in modo democratico ed egualitario. Ma ben presto gli ideali di uguaglianza vengono infranti da un regime governato da soli maiali capeggiati da “Napoleone”. “Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri” è la frase più emblematica dell’opera. George Orwell fervente comunista, vicino agli ideali socialisti, dopo l’esperienza come combattente in Catalogna a fianco dei repubblicani, conosce direttamente cosa sia lo stalinismo. Alla fine di questa esperienza deciderà di scrivere La fattoria degli animali denunciando Stalin e il suo potere, accostando la sua figura a quella di un maiale. Questo breve romanzo e tra i miei preferiti in assoluto tanto da averlo letto più volte nel corso della mia vita. Senza nessuna preparazione storica e politica a quindici anni ebbi un approccio marginale ma fui comunque affascinato dai suoi interpreti. Successivamente mi fu di grande aiuto per il mio percorso e per il mio pensiero politico. Orwell è stato un grande scrittore distopico, la maggior parte dei lettori ritiene che testi distopici o satirici scritti molti decenni prima, siano ancora attuali. La frase solita che spesso si sente è “.. è un libro ancora attuale..”, questo giudizio mi urta notevolmente. Gli scrittori distopici hanno una preparazione storica politica e culturale eccellente, non sono dei chiaroveggenti, denunciano sistemi politici sociali devianti. Nel caso di questo testo lo stalinismo è stato un periodo storico circoscritto e devastante, fortunatamente non più attuale.

ed. Mondadori

Antonio Martino