La politica entra nella quotidianità di Vigata con i suoi ideali, ma anche con i suoi comportamenti subdoli. Man mano che le truppe alleate, dopo lo sbarco in Sicilia del luglio 1943, avanzano liberando il territorio, i detenuti politici vengono liberati. Tra questi don Manuele Scozzari, un vecchio liberale, e Luigi Prestia, un comunista “arraggiato”, ambedue confinati a Lipari. Prestia, nonostante la caduta del regime, tuttavia non si ritiene un uomo.libero e rifiuta di fare ritorno al paese perché “i miricani sunno capitalisti”. C’è da dire che il ritorno di Prestia a Vigata è essenziale in quanto gli comporterebbe di diritto la carica di segretario del partito. Ma Prestia è inflessibile. Rifiuta di far rientro a Vigata. Le supposizioni sono molte, talune anche legate a situazioni boccaccesche avvenute tempo addietro e per le quali si ritiene in paese che Prestia abbia timore della vendetta di sua moglie. La vendetta della moglie si realizzerà, sempre sul piano boccaccesco. Verrà fuori anche la verità circa i motivi che spingono Prestia a non far ritorno a Vigata. Ma sarà una verità sconcertante, legata comunque alla lotta politica, una verità che sarà raccolta dal parroco di Vigata e della quale egli rimarrà unico depositario. Un altro bel racconto di Camilleri che descrive con sottile ironia e tanta bonomia il vissuto politico di gente semplice alle prese con la libertà appena riacquistata.
Domenico Intini