Non si guarisce. Non si smette di soffrire. Non ci si perdona. Non ci si salva. Si sceglie di.

Ogni capitolo di questo romanzo autobiografico è breve, anzi brevissimo, a volte solo poche righe. Eppure vi assicuro che dopo ogni pagina avrei voluto abbracciare l’autore. Conoscevo Matteo B. Bianchi perché ascolto il suo podcast “Copertina”. Mai avrei creduto che dietro quella voce ci fosse tutto questo: un grande dolore, una tragica perdita, una “resurrezione”. Sono andata alla presentazione del libro poco dopo che è uscito. Ciò che mi aveva colpito, quando Matteo ne parlava, era stata la scelta di cambiare all’ultimo momento prima della pubblicazione il titolo che in origine doveva essere “Il dolore di chi resta”. La storia vissuta e raccontata nel romanzo in effetti parla di uno strazio atroce, di un trauma ineccepibile. Eppure, vi assicuro che io ho sentito, leggendolo, il calore della speranza, la vita che continua, l’amore che fa rinascere. Matteo ci mostra come si possa scegliere, anche dopo esperienze orribili, di continuare a vivere. Dopo questo romanzo così forte, potente, unico, non so se leggerei altro dell’autore che ho saputo che usa scrivere con tono soprattutto comico. A ogni modo consiglio di leggere questo libro: vi troverete a piangere, a scoprire informazioni su un argomento che in Italia e non solo è ancora un tabù (il suicidio) e a sorridere!

Alessandra Micelli