Questo è uno di quei libri che mi ha coinvolto emotivamente, una storia raccontata in modo realistico, cruda e profonda, nella quale gli unici sentimenti a trionfare su ogni cosa sono quelli fraterni. La scrittrice, che con questo libro si è aggiudicata il Premio Campiello del 2017, scrive in modo superlativo, affronta il tema della responsabilità genitoriale e quello dell’abbandono in un modo così diretto e penetrante da farti avvertire il dolore della ragazza, protagonista del racconto, sulla tua pelle. Un romanzo ipnotico, che merita di essere letto perchè lascia veramente un segno nel cuore del lettore. “L’Arminuta”, che nel dialetto abruzzese significa ‘la ritornata’ o forse ancora meglio ‘la restituita’, narra le vicende di una bambina abbandonata due volte. Il destino ha voluto che nascesse in quei periodi in cui si facevano sempre figli, anche se non c’erano i mezzi per mantenerli. Per via di questa situazione, le famiglie a volte erano costrette a privarsi di qualche pargolo per affidarlo a qualche parente con maggiori possibilità economiche. Questo è proprio quello che è accaduto a questa ragazzina, di cui non conosceremo mai il nome; la identificheremo appunto come “l’Arminuta”. Ad un certo punto della sua vita, come scritto in precedenza, si ritroverà ad essere abbandonata nuovamente e farà ritorno nella sua famiglia d’origine, che lei non ha mai conosciuto. Per questo motivo lei si sentirà un’estranea, in quella che doveva essere dall’inizio casa sua. Vivrà con l’angoscia di non capire più chi è la sua mamma e con il dramma di non comprendere il motivo di questa scelta. Inoltre si sentirà condannata per sempre a vivere non capendo a quale famiglia appartiene realmente. Buona lettura!
Giusy Aloe