Considerato uno dei capolavori della letteratura mondiale, tra i romanzi più rappresentativi di Dostoevskij, racconta le vicende del principe Myskin, nullatenente, che torna a San Pietroburgo dopo un soggiorno in Svizzera per curarsi dall’epilessia (l’autore stesso ne soffriva). Il motivo del suo ritorno è la richiesta di un’eredità di una lontana zia. Per questo proposito conosce la famiglia Epancin, saranno tra i protagonisti principali del testo. Miskin frequenta così l’alta aristocrazia sanpietroburghese. Diventerà oggetto del desiderio, per la sua bontà, semplicità ed ingenuità. Ma queste sue peculiarità positive verranno scambiate dall’ambiente altolocato ben presto per stupidità, gli verrà affibbiato un soprannome: “l’idiota”. La sua malattia diverrà un pregiudizio di debolezza e fragilità. “L’idiota”è il personaggio cardine dell’opera, tutto ruota intorno ad esso, gli altri interpreti letterari sono funzionali al protagonista principale. L’autore russo lo descrive come un Cristo umanizzato del XIX secolo, schernito per le sue qualità. Nastas’ja sarà un’altra protagonista fondamentale, oggetto del desiderio amoroso dei vari personaggi tra cui l’idiota stesso, appassionerà il lettore nei suoi intrecci sentimentali. La difficoltà della comprensione del testo per gli innumerevoli nomi e soprannomi russi a volte difficili da ricordare, verrà compensata con lo stile dostoevskijano. L’autore russo è stato un grande conoscitore dell’animo umano e studioso attento dell’esistenzialismo e della psicologia dell’uomo. Nel romanzo, durante un banchetto, “l’idiota” proferisce la famosa frase:”..la bellezza salverà il mondo..” e ne decanta le sue virtù. Questa affermazione iconica di Dostoevskij è stata scolpita per l’eternità nella letteratura mondiale e nella cultura globale dell’umanità. È un incoraggiamento sempre attuale, un monito di speranza e salvezza nei giorni drammatici che noi tutti stiamo vivendo.

 

Antonio Martino