Un reportage attento, un diario sulla guerra del Vietnam. Questo libro precede un altro, quello sullo sbarco sulla Luna. La prima sconfitta sul campo e morale degli Stati Uniti d’America, il suo primo fallimento. Oriana Fallaci parte per la guerra e vuole tentare di dare una risposta ad un interrogativo che la sorella le pone prima di partire: la vita cos’è? Lei cerca tutt’altro, cerca una risposta che nessuno di altri giornalisti gli riesce a dare: Cosa cercano dalla guerra? Ma nessuno le dà la sola risposta che le sembra valida: io sono qui per capire gli uomini, cosa pensa e cosa cerca un uomo che ammazza un altro uomo che a sua volta lo ammazza. Sono qui per spiegare quanto è ipocrita il mondo che si esalta per un chirurgo che sostituisce un cuore e poi accetta che miglia di creatura giovani, col cuore apposto,vadano a morire per una bandiera. Ecco, è da qui che vorrei iniziare a dire una mia impressione. Qui c’è ancora un’Oriana giovane, un’Oriana che ha premura per tutti i soldati che vanno a combattere, che non si pone il problema chi ha ragione? Che quando vede i bambini della guerra in orfanotrofio, vorrebbe adottarne uno. Che riamane delusa perché i bambini maschi non si possono adottare, devono crescere e andare alla guerra. E’ una donna che vuole un mondo senza guerra. Che per lei le bandiere non dicono molto. Ma questa donna, dopo i fatti dell’11 settembre cambia visione. Tira fuori le unghie e il suo amor per la patria e non del tutto sbagliato. E’ una donna di personalità forte, molto contraddittoria e molto determinata. Questo è ciò che ammiro di lei: la contraddizione soprattutto; poiché si pone sempre domande e non lascia nulla al caso. Niente e così sia è un diario di un’esperienza, di interviste ai protagonisti di questa guerra: soldati, capitani, generali di entrambi gli schieramenti. Di nomi impressi nella storia. Ma anche di semplici soldati, di uomini buttati come carne al macello in una guerra delle più sanguinose. Uomini che parlano delle loro famiglie, di donne avute in spose che non conoscono perché dopo 4 mesi di matrimonio vennero chiamate al fronte. Oriana ci fa conoscere l’intimo umano attraverso diari lasciati da soldati ammazzati, che in fondo si è sempre esseri umani anche col elmetto. E ci dice, alla fine cosa ha imparato in questa guerra: ad amare il miracolo d’esser nata. Nonostante io abbia sempre ammirato la Fallaci, non avevo ancora letto nulla dei suoi libri. Questo, l’ho desiderato più di tutti, perché non sapevo niente della guerra in Vietnam. C’ho messo un po’ a leggerlo, e a dire il vero volevo lasciarlo a metà, mi sono poi una data una pausa e ho continuato, poiché va letto fino alla fine. C’è l’essere umano in questa guerra, c’è tutta la sua fragilità.

Elena Antonini