Anime scalze colpisce fin dal titolo, la cui metafora permette, in base alla sensibilità o allo stato
d’animo del lettore, di immaginare mondi diversi e lontani tra loro, ma sicuramente profondi com’è
la sua trama. Con discrezione e in modo velato, il protagonista insegna agli adolescenti quali siano i
tasti della vita che vale la pena suonare per produrre un’armonia esistenziale serena e gratificante.
Si tratta di un romanzo che rapisce il lettore catapultandolo fattivamente nella realtà che descrive:
nessun elemento fantastico si intravede nella trama, composta solo dalla vita reale, schietta e pura di
una famiglia in seria difficoltà. I personaggi del romanzo sono cinque e l’autore riesce a renderli
protagonisti, calibrando le loro parti e il loro peso nelle vicende. La famiglia Santià convive con
conti aperti con la dipendenza alla droga, la mancanza di lavoro o comunque il precariato,
l’incapacità di gestire l’economia domestica e gli affetti. Viene – direi – vivisezionata e ottimamente
dettagliata la condizione di essere genitori e figli in un clima di disagio. Numerosi sono i flashback
e i flashfoward ma sapientemente calibrati ed organizzati, che non fanno mai perdere il filo della
fabula, anzi creano suspence e interesse.
La narrazione è in prima persona (adoro leggere e scrivere testi in prima persona): racconta Ercole,
secondogenito di due giovani che non erano pronti ad affrontare la genitorialità, perché ancora privi
di senso di responsabilità ed autocontrollo. Asia, la sorella maggiore, si prende cura del padre, del
fratello e della casa quando la madre se ne va di casa. Asia ed Ercole, aiutato moralmente anche da
Viola, il suo grande amore, conosciuto per caso ma rivelatosi paziente, tollerante, affettuoso,
insomma fondamentale per evitare il crollo emotivo del ragazzo in piena adolescenza, fanno slalom
tra apparenza e bugie per mantenere l’unità del nucleo familiare e per dimostrare di potersela cavare
senza il bisogno degli assistenti sociali.
La svolta si ha quando Ercole decide di andare a cercare sua madre. Da sconfitto diventerà un eroe,
perché sarà l’ancora di salvezza per sua mamma ed uno sconosciuto fratellino di sei anni, Luca, e da
un nuovo precario e violento nucleo familiare.
Il finale allenta la tensione che accompagna ogni singola pagina carica di emozioni, passioni e
coinvolgimento; insomma, il finale è un dono offerto dall’autore al lettore, che, alla penultima
pagina, è già pronto a fare la valigia per andare ad aiutare Ercole e la sua famiglia.

Irene Giacomelli