Romanzo dal tono ironico se non spiccatamente comico che però non disdegna riflessioni profonde, strutturato come un giallo ma che giallo non è. Il personaggio principale è ben caratterizzato e non potrebbe fare un lavoro diverso da quello di dirigente per una società che si occupa di statistiche. Come potrebbe essere intaccata la sanità mentale di un uomo che, incasellato da numeri e statistiche, ad un tratto si ritrovi in un mondo surreale dove tutto va fin troppo bene in barba ad ogni ragionevole probabilità? Ci viene raccontato in questo romanzo che si legge con l’agilità di un racconto; con uno stile artificioso al punto giusto, credo che l’autore stesso abbia sorriso mentre scriveva. Probabilmente non il romanzo dell’anno, ma bisognerebbe per lo meno augurarsi che ogni esordio letterario sia a questi livelli.

Michele Ligorio