Dal 1965 al 1984 in Brasile vige una dittatura militarista dopo un colpo di stato. La scrittrice racconta le diverse fasi di questo totalitarismo, dalla sua nascita fino all’ascesa, al conformismo e all’accettazione della popolazione. Tra gli anni 60 e 70 i principali paesi sudamericani, Argentina, Cile, Uruguay e Bolivia oltre il citato Brasile subiscono la medesima sorte: dapprima votazioni democratiche, instabilità dei governi e infine colpi di stato da parte dell’esercito. Dopo anni di dittatura, a San Paolo il Corinthians, gloriosa squadra di calcio, grazie alla guida del suo capitano Socrates, cerca di opporsi con gesti e segnali all’opprimente regime. Socrates è un calciatore atipico, diverso dai suoi colleghi. Laureato in medicina, amante della letteratura, è un idealista, sognatore, un uomo di sinistra. Con l’aiuto della squadra riuscirà a portare il modello socialista all’interno dell’intera società sportiva. Non vi sono gerarchie o differenze di ruoli di responsabilità; un magazziniere ha la stessa importanza decisionale del mister o del presidente. Tutto è livellato, anche gli ingaggi e i premi partita. Lo spirito di uguaglianza, la coesione renderanno il Corinthians una squadra imbattibile. È un romanzo storico politico, biografico in parte, è un libro di sport che appassionerà gli amanti del calcio e non solo. La Democrazia Corinthiana, così si chiamarono i giocatori nel momento di questo cambiamento, ebbe il coraggio e la sfrontatezza di sfidare la temuta dittatura che tenne sotto scacco l’intero Paese. Il calcio soprattutto ai giorni d’oggi viene visto come uno sport dove l’interesse economico e personale e non di squadra, supera i grandi valori che invece dovrebbe esprimere. In questo caso il calcio è stato il volano principale per instaurare nel popolo brasiliano, una sete di democrazia e libertà.