Solitudine

Solitudine, se vivere devo con te,
sia almeno lontano dal mucchio confuso
delle case buie; con me vieni in alto,
dove la natura si svela, e la valle,
il fiorito pendio, la piena cristallina
del fiume appaiono in miniatura;
veglia con me, dove i rami fanno dimore,
e il cervo veloce, balzando, fuga
dal calice del fiore l’ape selvaggia.
Qui sarei felice anche con te.
Ma la dolce conversazione d’una mente innocente,
quando le parole
sono immagini di pensieri squisiti, è il piacere
dell’animo mio. E’ quasi come un dio l’uomo
quando con uno spirito affine abita in te.

John Keats (Londra, 31 ottobre 1795 – Roma, 23 febbraio 1821) è stato un poeta britannico. Viene riconosciuto come uno dei poeti inglesi più importanti di sempre, e soprattutto del romanticismo, visto proprio come il “Poeta romantico”.  La di Keats fu molto breve a causa della sua malattia la Tubercolosi che lo afflisse già da tempo, morì a soli 25 anni, e fu sepolto in Italia a Roma, paese che amava molto come altri poeti del suo tempo e conoscenti ad esempio, Percy Bysshe Shelley con il quale resterà amico fino alla fine. Conobbe altri poeti romantici come Charles Lamb, Leigh Hunt. Tra i suoi capolavori ricordiamo Endymione, vero e proprio poema che lo ricorderà ancora oggi, e le sue lettere a Fanny Brawne, che fu la sua consorte fino al giorno della sua morte. Il 31 ottobre del 1795 nasceva a Londra, John Keats da Thomas Keats e Francis. Muore il 23 febbraio del 1821 a Roma, a causa della tubercolosi, nella sua tomba una frase recita:

«Questa tomba contiene i resti mortali di un GIOVANE POETA INGLESE che, sul letto di morte, nell’amarezza del suo cuore, di fronte al potere maligno dei suoi nemici, volle che fossero incise queste parole sulla sua lapide: “Qui giace un uomo il cui nome fu scritto nell’acqua”»

Ora che mi succede di passare notti insonni e ansiose, strani pensieri si infilano nella mia mente. Se morissi ora, dico a me stesso, non lascerei nessuna opera che sia degna di sopravvivermi, niente che possa rendere i miei amici orgogliosi della mia memoria. Eppure ho amato il principio della bellezza in ogni cosa, e se ne avessi avuto il tempo sarei riuscito a farmi ricordare. (febbraio 1820)
(A Fanny Brawne)

John Keats a Fanny Brawne