Questo non è un racconto ma un viaggio che il lettore fa insieme ai protagonisti della storia. “I bambini di Haretz” si basa su fatti realmente accaduti e la scrittrice è stata superlativa nello sviluppare l’accaduto. Una storia intensa che coinvolge il lettore in ogni sua singola parola. Le pagine scorrono veloci, con un ritmo serrato, perché si vuole capire come sia possibile una cosa del genere, il perché tanta di malvagità. Perché il popolo ebreo ha dovuto subire tutte queste ingiustizie? L’emozioni sono infinite, come un turbine che ti travolge. Mi ha fatto arrabbiare, piangere e spaventare. Con una scrittura poetica, Rosa Ventrella ci consegna un capitolo di storia sconosciuto a molti. Siamo in Cecoslovacchia, dove due bambini, Margit e János, nascosti in casa, assistono inermi alla cattura dei loro genitori da parte dei nazisti. In un primo momento riescono a sistemarsi a casa dei vicini Roth, ma quest’ultimi per paura di essere fucilati sono costretti a lasciarli andare e da qui comincerà la loro odissea. Si ritroveranno nel bosco al freddo e senza cibo, ma la loro voglia di sopravvivenza li fa resistere e andare avanti. Ad un certo punto del loro girovagare, si accorgono di non essere soli e che altri bambini orfani, si stanno nascondendo come loro. Da questo momento, per questi ragazzi, sarà l’inizio di un viaggio che durerà diversi anni per scampare a queste atrocità che menti malate hanno messo in atto. Buona lettura!

Giusy Aloe