Mentre combatte nelle campagne della Boemia mentre combatte contro i Turchi, Il visconte Medardo di Terralba, nobile di una famiglia genovese, combatte con grande tenacia e forza, ma viene sopraffatto da un colpo di cannone e viene diviso a metà per lungo. Ma i medici riescono a salvarlo con lo stupore della sua città. Ma purtroppo la gente del paese si accorge subito che non è più lo stesso, diventato cattivo, distrugge tutto quello che incontra distruggendolo a metà, alberi, animali, piante…e condanna i poveri e i disgraziati a morte, e si pensa che la sua metà rimasta sia quella cattiva. Un bel giorno i paesani si accorgono del cambiamento del Visconte, che sembra diventato all’improvviso buono, Le persone del villaggio si convincono che in realtà l’altra parte sia ancora viva quella buona, contenti dell’avvenuto vivono per un periodo felici. Ma la felicità dura poco, il lato buono alla fine risulterà ancora più dannoso con la sua eccessiva bontà, la sua insistenza a seguire i suoi metodi sempre più fastidiosi. Insomma la gente di Terralba non raggiungerà mai la pace. 

S’era messo a capo d’una banda di ragazzi cattolici che saccheggiavano le campagne attorno; e non solo spogliavano gli alberi da frutta, ma entravano anche nelle case e nei pollai. E bestemmiavano più forte e più sovente perfino di Mastro Pietrochiodo: sapevano tutte le bestemmie cattoliche e ugonotte, e se le scambiavano tra loro.
– Ma faccio anche tanti altri peccati, – mi spiegò, – dico falsa testimonianza, mi dimentico di dar acqua ai fagioli, non rispetto il padre e la madre, torno a casa la sera tardi. Adesso voglio fare tutti i peccati che ci sono; anche quelli che dicono che non sono abbastanza grande per capire.
– Tutti i peccati? – io gli dissi. – Anche ammazzare?
Si strinse nelle spalle: – Ammazzare adesso non mi conviene e non mi serve.
– Mio zio ammazza e fa ammazzare per gusto, dicono, – feci io, per aver qualcosa da parte mia da contrapporre a Esaù.
Esaù sputò.
– Un gusto da scemi, – disse.

“Da Il Visconte dimezzato”