Siamo a Napoli, dove abita da sempre Cesare Annunziata, un arzillo vecchietto prossimo agli ottanta, deciso a vivere pienamente tutti i giorni che la vita vorrà mettergli davanti. Ha due figli ormai grandi – Sveva e Dante -, un nipote (Federico, figlio di Sveva) e da cinque anni è rimasto vedovo. Vive da solo in un condominio con bizzarri vicini di casa che, come lui, si trovano ad affrontare quello che la vita è stata capace di offrire loro o forse quello che sono riusciti a ottenere o meritarsi. La vita, si sa, non gioca sempre pulito. “Se sbagli semina, non puoi aspettarti chissà quale raccolto.” Cesare è cinico, non si racconta balle, con la terza età ha preso definitivamente coscienza di una cosa: non esiste la quarta età e non vale la pena rinunciare alle poche cose che ancora lo fanno sentire vivo. “Le mi ha dato l’opportunità di pensare che ci sia sempre un’opportunità, che le cose che desideri, capitano davvero, bisogna solo saper attendere” E racconta senza filtri come ha vissuto la sua vita, mentre il presente si complica e lui si trova a dover affrontare un altro incredibile dilemma: Emma, la nuova vicina di casa. Mentre sembra far di tutto per non impicciarsi, si trova catapultato in questa storia dolce e straziante che però non sa gestire. È incredibilmente più grande di lui. E guardandosi allo specchio, non vede altro che un vecchio con la pelle macchiata e raggrinzita, con le mani che tremano e il passo barcollante. “Si crede di non aver bisogno di nessuno, finché ci si accorge di non avere più nessuno “. È un romanzo sull’amore, qualunque sembianza questo possa assumere nella vita. Nella sua durezza, Cesare dimostra un’estrema tenerezza che viene una gran voglia di fargli una carezza. Buona lettura!

Maria Valentina Luccioli