Francesca ostetrica di Milano, riceve una telefonata da Trieste, città in cui ha vissuto, per fare ritorno, deve chiarire un fatto accaduto nel 1976, ad attenderla c’è sua nonna Alba di 96 anni che le sarà di molto aiuto. Bruno prima di morire fa un ultima confessione parziale, a suo nipote Mirko, cercare Francesca custode di un segreto. E qui il lettore avrà il compito avvincente di completare un difficoltoso “puzzle”, ogni pezzetto rappresenterà una parte di verità e di vita. Grazie ai racconti e alle testimonianze verranno raccontate 70 anni della storia di Trieste. L’ autrice racconterà avvenimenti storici: la Seconda guerra mondiale, le lotte interne dei partigiani, con i vari schieramenti, CNL, GAP, titini, le vigliacche deiezioni, le atrocità delle foibe, l’esilio istriano, l’occupazione degli alleati alla fine del grande conflitto in un periodo di “guerra fredda” con la vicina Jugoslavia comunista di Tito. Solo il 5 ottobre 1954 Trieste sarà dichiarata italiana. È un romanzo perdifiato, il lettore sarà costretto e avrà la curiosità di inseguire la verità fino alla fine percorrendo un complicato percorso, quasi fosse un labirinto. Se si vuol fare un parallelismo mitologico, l’opera è un labirinto di Dedalo, dove Mirko è Teseo e Francesca, “l’ultima testimone”, è Arianna. Giungeranno insieme faticosamente verso la liberazione: la verità.

recensione di Antonio Martino

 

Editore: Garzanti
Anno edizione: 2020
In commercio dal: 10 settembre 2020
Pagine: 320 p., Rilegato
  • EAN: 9788811812128
Cristina Gregorin è nata a Trieste ma si è poi trasferita a vivere a Venezia, dove per molti anni si è impegnata nella salvaguardia del patrimonio culturale collaborando con un’associazione di cittadinanza. Ha vissuto anche per lunghi periodi in Germania, dove ha conseguito un dottorato in Letteratura tedesca. Con Garzanti, nel 2020, ha pubblicato L’ultima testimone.