“Madame Bovary” è considerato tra i romanzi più influenti e rappresentativi del XIX secolo. Ha segnato inoltre un’epoca ed è stato il testo tra i più significativi del Realismo. Charles è un medico di provincia, uomo mite e modesto che sposa Emma donna bella e speranzosa di un futuro ricco e sfarzoso. Emma quando si accorge che la sua vita sarà contornata da semplicità e non dall’ opulenza e dalla bellezza dei suoi personaggi letterari dei romanzi che legge, man mano sprofonderà in uno stato di perenne depressione. Un invito a una sera di gala tra Nobili e aristocratici sarà la goccia che farà traboccare il vaso. Nell’immaginario comune “Madame Bovary” viene identificato come un semplice romanzo rosa. Sì la trama è contornata sui diversi aspetti dell’amore, su storie d’amore che nascono e tradimenti. Ma Flaubert racconta molto di più di semplici passioni e delle sue conseguenze. Analizza i suoi personaggi li oppone e li plasma tra loro a proprio piacimento. Il dualismo realtà e illusione è la colonna portante dell’opera, da esso scaturisce tutto. Il pensiero filosofico di Flaubert è stato così importante tramite questo romanzo che ha dato addirittura la nascita e lo studio del bovarismo, atteggiamento psicologico dell’uomo che confonde la realtà con la fantasia. Ho letto questo romanzo in età scolastica e ne avevo un bel ricordo. Rileggendolo dopo decenni ho colto i diversi aspetti filosofici e psicologici. Ma addentrandomi come un comune lettore non ho potuto avere un sentimento di empatia positiva per i due protagonisti principali, Emma e Charles. Insieme ad Anna Karenina sono tra gli interpreti letterari a cui nutro un sentimento di forte repulsione.

Ed. Feltrinelli

Antonio Martino