Nella Francia di fine Ottocento Nanà, una giovane donna di umili origini, sta per diventare la stella del teatro delle Variétés. Nanà non sa né cantare, né ballare, ma ha dalla sua parte tanto di quel fascino e un corpo così perfetto, che gli uomini non possono che adorarla! Nanà, nonostante la giovane età, ha già un bambino da mantenere, ma che è affidato alla zia. Nanà non ha alcun istinto materno, ma per raccogliere un po’ di soldi, non disdegna la vendita del proprio corpo. Ma è grazie alla visibilità che le dà il teatro, che pian pianino riesce a farsi mantenere dagli uomini più ricchi di tutta Parigi. Gli uomini al suo cospetto diventano tanti zerbini che amano farsi calpestare e usare senza ritegno. Ma è il conte Muffat a cui spetta l’onere più grande. Sarà lui a mantenerla nel lusso per anni e anni e a sopportarne capricci e amanti. Per lei ignorerà anche i propri valori religiosi e i doveri familiari fino all’ultimo estremo e tragico momento… Beh, la prima cosa che viene in mente dopo aver letto l’ultima riga di questo lungo romanzo è: “Audace per l’epoca!”. Il libro è ottimo, ma ci sono decisamente troppi personaggi e alcuni dai nomi simili. All’inizio si fatica a seguire quelle scene corali dove tutti interagiscono nello stesso momento e sembrano sovrapporsi in un unico miscuglio di voci. Credo che lo avrei apprezzato ancora di più, se l’autore si fosse limitato nel numero dei personaggi e nei dettagli.

Anto Spanò