Il convento di Mariabronn accoglie al proprio interno due giovanissimi, Narciso e Boccadoro. Narciso, nonostante la giovane età, è riconosciuto da tutti gli altri monaci come loro pari; egli è già un insegnante, che padroneggia il latino e la filosofia e che vuole consacrare la propria vita alla spiritualità. Boccadoro è accompagnato al convento dal padre, affinchè possa essere istruito come si conviene ad un futuro monaco; il ragazzino si impegna a percorrere la via tracciata dal severo padre. Inspiegabilmente Narciso e Boccadoro stringono una profonda amicizia e sarà proprio il giovane insegnante a far capire al proprio allievo che la strada che sta perseguendo non è conforme alla sua natura. Boccadoro inizia, quindi, una vita errabonda. Vaga per ogni dove alla ricerca del piacere, incontra varie categorie di donne, vive molte esperienze, attraversa luoghi devastati dalla peste, si dedica ad intagliare il legno per rappresentare i volti di tutti coloro che ha incontrato durante il continuo errare ed arriva anche ad uccidere. Il rincontro casuale tra Narciso e Boccadoro avverà solo 10 anni dopo; tra i due si ristabilisce un rapporto intenso, ma Boccadoro non riesce a rimanere a lungo in un luogo fisso, deve ripartire per ricercare qualcosa di non ben definito… Un libro da leggere sicuramente, Narciso e Boccadoro sono due personaggi molto diversi, contrapposti sia nello stile di vita, che per quanto riguarda la ricerca della pace interiore. Il lettore è coinvolto nel vagabondare continuo del protagonista, nel distacco dal convento e dal punto fisso rappresentato da Narciso, nella ricerca di un proprio cammino, di uno scopo da perseguire. E’ un viaggio lungo, senza una meta precisa, che Boccadoro inizia per poi ripercorrere a ritroso e riapprodare nel porto sicuro di Mariabronn. L’ho letto con piacere, anche per colmare una delle mie tantissime lacune classiche, ma con gli autori tedeschi, non ho ancora ben capito perchè, non scatta mai un amore viscerale.

Anto Spanò