Un romanzo storico ambientato in Molise negli anni cruciali che precedono l’Unità d’Italia. La prima parte è in pratica un lunghissimo prologo in cui ci vengono presentati i personaggi e la loro esistenza semplice ed abitudinaria, scandita dalle stagioni e dal lavoro nei campi; nella seconda la storia fa irruzione nelle vite dei protagonisti e le sconvolge: il ritmo si fa più incalzante mentre rassegnazione e placidità lasciano il posto a violenza e passione. Presi singolarmente ci sono tanti aspetti che ho apprezzato di quest’opera: la caratterizzazione dei personaggi, lo stile asciutto di impronta verista e soprattutto l’idea che la storia sia fatta da pochi e subita da tutti gli altri; nel complesso però non mi ha convinto fino in fondo, mi sembra un libro dispersivo che non ha una struttura narrativa ben costruita. C’è una prima parte fin troppo lunga, in cui si descrivono tanti personaggi che verranno tralasciati nella seconda in cui ci si concentrerà praticamente solo su Pietro. Il coinvolgimento in questo modo viene meno e resta un romanzo di qualità, ma che non appassiona.

Giulia Pontecorvo