“Trema la notte” è un romanzo di Nadia Terranova, edito Einaudi e pubblicato nel febbraio 2022. È la sera di domenica 27 dicembre 1908 e nelle città di Messina e Reggio Calabria sembra una sera normale del periodo natalizio. Ci sono persone nell’isola che vanno a teatro a vedere “Aida” e bambini che salutano i genitori, pronti per una nuova settimana di scuola prima della festa di Capodanno nella città calabra. Tra questi ci sono Nicola, ragazzino di 11 anni con genitori opprimenti, figlio unico e protetto da sua madre, la quale lo fa vivere dicendogli che è solo grazie a lei che lui è lì e deve essere sempre riconoscente e con un padre assente, che si reca nel suo bunker, che usa come camera, in un giardino di Reggio e Barbara, ragazzina di una ventina di anni, che è appena andata via dalla casa dei genitori in un paesino vicino a Messina e si reca nella città siciliana per passare la serata con sua nonna, a teatro a vedere “Aida”. Entrambi non sanno che quella sarà la loro ultima notte di tranquillità. Durante la notte un forte terremoto e maremoto devastano le città dello stretto, fenomeno che cambierà la vita dei sopravvissuti di entrambe le città, tra questi Nicola e Barbara. Primo romanzo che leggo della scrittrice messinese, una nuova scoperta che mi ha colpito fin dall’incipit del romanzo, estremamente poetico e capace di catapultare il lettore nelle notti dello stretto. I personaggi principali entrano fin da subito nel cuore di chi legge il romanzo, sia la testarda Barbara, stanca di essere classificata come la classica femmina del meridione italiano di inizio Novecento, con una forte passione per la lettura e Nicola, bambino protetto da un rapporto tossico con la madre, convinta che il diavolo voglia portarsi via la sua creatura e, per questo, molto protettiva nei suoi confronti . Nonostante il romanzo non sia lungo, sono circa 170 pagine, è capace di lasciare il segno al lettore, anche perché l’autrice inserisce molti temi importanti nella storia, come la questione della donna, la superstizione, la denuncia a un’Italia che si è mostrata subito pronta ad aiutare le città colpite dal sisma ma che, successivamente, si è dimenticata di quello che era stato detto, fatto che avviene realmente nella vita di tutti i giorni. Il lessico che viene presentato non è aulico, anche se sono presenti parole abbastanza ricercate che aiutano nel rendere maggiormente poetico il libro. Lo sguardo della scrittrice su un evento che, oltre ad avere cambiato la faccia di due città, ha cambiato anche nell’animo un popolo il quale, nonostante la distanza del mare, non si è mai sentito così unito. Consigliato!

 

Lorenzo Peluffo