Ambientato nel XVIII secolo principalmente in Scozia, in un villaggio dove la ricchezza è basata unicamente dall’estrazione del carbone, materiale fondamentale per l’affermazione dell’intero impero britannico. I proprietari della miniera sono la facoltosa famiglia Jamisson che in maniera disumana conducono il giacimento carbonifero con regole ferree per i minatori che vi lavorano. Siamo all’inizio dell’industrializzazione, quasi agli albori della Rivoluzione industriale, le condizioni dei lavoratori sono animalesche e medioevali. L’unico che si oppone alle leggi di una società ingiusta è il giovane minatore McAsh che ha deciso di spezzare le catene sue e dei suo simili. La seconda parte del romanzo sarà ambientata in Virginia, i nostri protagonisti si trasferiranno nelle piantagioni di tabacco, conosceranno la schiavitù, una forma di sfruttamento dell’uomo legalizzato. È un romanzo storico in un periodo di trasformazione sociale in Europa e di mutamento politico nel “Nuovo mondo”: siamo infatti all’inizio del percorso dell’ indipendenza americana. Ken Follett analizza e correla la schiavitù tra i due grandi continenti, quelli che detenevano il potere politico economico dell’epoca. In un romanzo storico dello scrittore gallese non possono mancare figure femminili forti ed una storia d’amore: Lizzie aristocratica ma di ideali liberali diventerà una delle principali protagoniste dell’opera. La scrittura è fluida, la trama avvincente, il periodo storico interessante, i protagonisti letterari emotivamente empatici. Ken Follett è un maestro del genere capace di legare tutto ciò e a regalare a noi lettori una lettura imperdibile.
Ed. Mondadori
Antonio Martino