Giappone 1957 e America oggi. Una storia che attraversa l’Oceano e il tempo ma che alla fine è destinata a congiungersi. Naoko è una ragazza giapponese che, sfidando la famiglia, decide seguire l’amore per un gaijin, come venivano chiamati, un americano, uno straniero. Tori è una giornalista investigativa che si ritrova ad assistere il padre morente il quale consegna come testamento una lettera alla figlia. Tra il 1957 e il 2000 ci accompagnano le vicende di Naoko, che lotta per sé stessa, per il suo amore e la figlia che sta crescendo dentro di lei, vivendo esperienze traumatiche, e Tori alla ricerca di un passato perduto, di cui non immaginava l’esistenza. È un libro scorrevole, la parte centrale l’ho trovata un po’ lenta, non uno stile difficile, che consiglierei di leggere sotto l’ombrellone, stando però attenti al finale; molto commovente. Ispirato da fatti veri, l’autrice ha voluto dar voce a una parte di storia poco conosciuta i figli nati dalle unioni miste tra giapponesi e americani, ostracizzati sia in madrepatria che altrove; motivo in più per leggerlo.

Luana Indelicato