Il romanzo narra la storia di Taeko, divorziata quarantenne giapponese, ricca e avvenente, che puntualmente si concede piccoli incontri con due amiche anch’esse divorziate nel Giappone degli anni ’60. Una sera, dopo la tradizionale cena, le tre amiche vanno in un locale per gay, dove Taeko incontra Senkichi, bellissimo e spregiudicato barman. Ne nasce una storia travolgente che porta Taeko, da sempre equilibrata e razionale, a compiere gesti per lei inconsueti, come andare a vivere insieme a quel giovane misterioso. La scuola della carne, sebbene il titolo induca in errore lasciandoci immaginare quasi un libro erotico, in realtà scandaglia la mente umana e come questa può venire totalmente annebbiata dalla carne, dalla passione, dall’irrazionalità di un amore che sai che ti rema contro ma tu rimani inerme. Ho trovato lo stile piuttosto asciutto, tipico degli autori giapponesi che descrivono una realtà a noi lontana e, anche se il lettore sa per certo che Taeko è imprigionata dalla presenza del suo amante, queste sensazioni ci rimangono sempre un po’ estranee. Le inquietudini e la totale sottomissione di Taeko mi hanno vagamente ricordato Antonio, il protagonista di “Un amore” di Buzzati, invischiato ossessivamente nella sua passione per la Laide. Consigliatissimo per chi è amante degli autori giapponesi, che come sempre non deludono.

recensione di Luana Indelicato

 

Traduttore: Carlotta Rapisarda
Editore: Feltrinelli
Collana: I narratori
Anno edizione: 2013
In commercio dal: 6 novembre 2013
Pagine: 238 p., Brossura
  • EAN: 9788807030666