“Ci sono tanti tipi di amore,ma mai lo stesso amore due volte”(La cosa sensata).
A volte si ritorna.Si ritorna a trovare i vecchi amici, rileggendo quegli autori che tanto ci avevano emozionato in gioventù.Qualche volta si resta delusi,perchè le situazioni,le cose,noi stessi siamo cambiati e ciò che un tempo ci aveva colpito in modo particolare,ora ci dice ben poco,addirittura ci annoia e lasciamo cadere delusi quei libri che ci erano stati tanto cari.Esistono le eccezioni,però,esistono quegli scrittori che sono buoni per tutte le stagioni,perchè hanno parlato di sentimenti,di emozioni,di gioventù, temi universali,i classici, insomma,e Fitzgerald è sicuramente uno di loro.Catalogato troppo in fretta come il cantore dei ruggenti anni venti,del proibizionismo e delle “maschiette”,quelle ragazze che con il loro comportamento disinibito -Fumavano, guidavano,baciavano e facevano l’amore con chi volevano loro-rivoluzionarono per sempre il ruolo della donna nella società americana,Fitzgerald nel decennio succesivo (Quello della grande crisi economica) fu praticamente dimenticato dalla critica e dal pubblico,costretto a lavorare come sceneggiatore per guadagnare soldi che non gli servivano più per divertirsi,per comprare oggetti di lusso per sè e per sua moglie Zelda,ma per pagare le cliniche psichiatriche in cui periodicamente la bella e tormentata moglie veniva ricoverata,per pagare la retta della scuola della figlia,l’affitto,per sopravvivere,e quel lavoro per il cinema gli portò via quel poco di salute che gli era rimasta,privandoci così di uno dei più grandi scrittori del Novecento che morì a soli quarant’anni,dimenticato perfino dai suoi colleghi e amici scrittori:soltanto la scrittrice Dorothy Parker si recò al suo funerale.
Marco Meret