Silvestre, detto Silvio, ormai vecchio scapolone stanco,  si è ritirato nelle sue campagne della provincia francese,  dopo aver trascorso una vita tra viaggi, lavoro, donne, feste. A causa dei suoi debiti di gioco e vizi, vendette parte delle sue proprietà ai suoi cugini,  i coniugi  Hélène e Francois Érard che  vivono accanto ai suoi confini. Ora anziani e benestanti, essi  vogliono vedere la unica figlia femmina Colette sistemata e combinano un matrimonio con il giovane Jean, un mugnaio anche lui ricco, gran lavoratore ma sempliciotto.  Il matrimonio sembra funzionare ma non sempre ciò che sembra, è  cosi!  Presto Colette, presa dalla noia del matrimonio, s’ innamora di un giovane e vivace coltivatore,  Mark Ohnet con cui ha una relazione ‘focosa’. La tresca è a conoscenza di tutti, meno che del marito, il quale, scoperto  quanto  successo, decide di avere un chiarimento con il giovane rivale. Allontanatisi lungo il fiume, durante la vivace discussione,  scatta una colluttazione e Jean cade,  colpito da un pugno, nel fiume e muore. Colette come giustificherà quello che è successo? La soluzione sarà suggerita da una cugina che ha  l’interesse che tutto sia insabbiato. Bisogna tacere! Infatti Mark ha un’altra relazione con Brigitte, una giovane adottata da bimba, ora sposata ad un uomo molto anziano,  anche lui benestante, che lei spera muoia presto per intascare la proprietà e sposare il giovane. Tutte queste notizie sono conosciute da tutti, ma nessuno  parla; ognuno si fa i fatti suoi quando è meglio che il silenzio copra il peccato. Ma la storia diventa  sempre più intrigante, quasi un giallo! Durante una festa nella  piazza del paese un giovane contadino beve e si ubriaca e nei fumi dell’alcol comincia a parlare e dire d’essere stato testimone ‘non visto’ che sa tutta la verità e può parlare di tutto e di tutti.  In questa storia che Silvio ancora racconta e ricorda perfettamente, l’unico a non parlare fu proprio lui che  nel consolare Colette,  ora vedova disperata per il suo futuro con un bimbo,  non le disse della propria relazione ‘focosa’ avuta con Hélène, la sua virtuosa madre da cui nacque un’altra bimba. Ancora una volta è brava Irene nel descrivere le varie fasi della storia e scandagliare gli animi dei personaggi. Come finirà la storia di questa parte di mondo silenzioso e ottuso, un palcoscenico di vizi privati e pubbliche virtù?  Ci ricorda invece che ” il calore del sangue non si spegne mai neanche nella vecchiaia,  perché chi ricorda,  non dimentica” . Un romanzo molto particolare, breve,  solo 142 pagine, pieno di colpi di scena! Da leggere assolutamente!

Maria Cisonna