Nick è la voce narrante di questa storia. E’ un giovane tranquillo, appartenente ad una famiglia americana benestante ed è alla ricerca della propria strada. Ha trovato un lavoro in borsa e si stabilisce in una modesta casa dello stato di New York. Ma accanto alla sua c’è una villa da sogno, dove ogni sera si tengono ricevimenti mondani con musica che si diffonde nell’aria fino a tarda ora. E’ la casa di Jay Gatsby, un ricco e misterioso proprietario. Gatsby fa amicizia con il suo nuovo amico, ma non è un’amicizia nata per caso, Gatsby vuole che l’uomo gli combini un appuntamento con la cugina Daisy, della quale è innamorato da sempre, ma si tratta di un amore interrotto dagli eventi storici e personali di ciascuno dei due protagonisti. Così Gatsby e Daisy si rivedono e ricominciano una relazione, illudendosi di ripercorrere il passato e riprendere da dove tutto si era interrotto. Ma ormai molte cose sono cambiate, Daisy ha una famiglia, se così si può definire! Tom non è certo il marito perfetto, anzi! Sta vivendo una relazione parallela con un’altra donna e, per uno strano caso del destino, o forse no, sarà proprio Daisy ad ucciderla e a farne le spese sarà Gatsby, assassinato per vendetta… Lo so che è il grande classicone che dovrebbe piacere a tutti, ma non è che abbia acceso in me una qualche scintilla d’amore puro! Sì, è stata una lettura piacevole, è senz’altro il racconto più che realistico e fedele dell’età del jazz, dove tutti i protagonisti vivono in preda agli eccessi, assonnati apatici e senza porsi dei limiti. Ma quello che più mi ha comunicato è un’immensa tristezza, soprattutto la parte finale, dopo la morte di Gatsby. Che tra l’altro trovo odioso, anche solo per il fatto di aver rinnegato le sue origini!

Anto Spanò