Nel terzo capitolo di Ilaria Tuti, ritroviamo il commissario Teresa Battaglia insieme all’ispettore Massimo Marini, a sbrogliare un caso alquanto insolito e misterioso. Chiara una bambina affetta da una malattia rara che la costringe a vivere al buio, fa un sogno rivelando un caso che potrebbe essere reale. La testardaggine del commissario porterà la sua squadra investigativa ad affrontare delle indagini per chiarire e svelare l’arcano: il sogno sarà solo finzione o realtà? Per il lettore che apprezza le opere thriller di Ilaria Tuti, oramai sarà abituato alle particolarità delle trame e dei casi desueti, che troverà difronte. Rispetto ai precedenti romanzi, le descrizioni ambientali e dei paesaggi sono più contenute, questo non sconvolge comunque lo stile letterario e la sua tecnica elaborativa. Personalmente non mi sono mai appassionato ai generi polizieschi, gialli o thriller, ma con i testi dell’autrice friulana ho fatto un eccezione. La descrizione dei paesaggi, la sceneggiatura e i personaggi descritti mi hanno fatto avvicinare a questo genere a me sconosciuto e bistrattato. Teresa Battaglia con la sua parte esteriore molto dura e scontrosa ma interiormente molto sensibile ed empatica verso vittime e carnefici, non possono che appassionare gli amanti del genere. I pregiudizi letterari, le proprie comode comfort zone ogni lettore in qualche modo le possiede, avere il coraggio di varcare i confini pregiudiziali non può che rilevarsi una lieta scoperta.
recensione di Antonio Martino